Chinotto di Savona e l’Oliva Taggiasca:
così nasce il Chin’Oro
Milko Druetti dell’Antico Frantoio Tavian e Giacomo Parodi dell’Azienda Agricola Parodi Alessandro, hanno deciso di unire il Chinotto di Savona Slow Food alle Olive Taggiasche, frangendoli simultaneamente sotto l’antica macina in pietra del nostro Frantoio di Vado Ligure.
Il Chin’Oro nasce da un’accurata selezione delle materie prime. Il grande impegno nel ricercare frutti eccellenti ed il perfezionamento del procedimento di lavorazione hanno portato alla creazione di un prodotto di alta qualità, particolarmente indicato ed apprezzato dall’alta cucina degli chef stellati.
Profumo intenso di zagara e gusto equilibrato
Il Chin’Oro è bilanciato tra l’aromaticità dell’olio extravergine di oliva taggiasca e l’agrumato unico del Chinotto di Savona Presidio Slow Food. Ciò lo rende particolarmente adatto ad esaltare raffinati piatti di pesce, ma anche le verdure simbolo del nostro territorio, come il carciofo e l’asparago violetto.
Il Chinotto di Savona e la nascita del Chin’Oro
Il Chinotto di Savona (Citrus Aurantium (L.), varietà amara (L.), sub-varietà sinesis) è un piccolo agrume costituito da una minima parte di polpa, formata da 9 o 10 spicchi aranciati, senza semi e piacevolmente acidi. L’essenza contiene vitamina C, proteine, fibre alimentari e sali minerali (sodio, calcio, potassio e magnesio).
Il Presidio Slow Food
Solo nel 2004, grazie all’interesse del consumatore verso il “Chinotto di Savona” e ad alcune pasticcerie storiche che hanno mantenuto viva la tradizione della canditura, il chinotto entra a far parte dei Presidi Slow Food con la definizione di un disciplinare di coltivazione e produzione. Visita la pagina di Slow Food dedicato al Chinotto di Savona, clicca QUI!
Il Chin’Oro
Oggi la collaborazione tra Milko Druetti, produttore di Olio Extra Vergine ligure, e Giacomo Parodi, produttore di Finale Ligure del tipico Chinotto di Savona, ha portato all’idea un pò bizzarra di unire questi due frutti dagli aromi apparentemente molto diversi. Ciò che ne è scaturito è un gusto nuovo, molto singolare e dagli infiniti abbinamenti. Hanno deciso di chiamarlo Chin’Oro. Come per la produzione, anche in questo caso c’è stata un unione. La parola Chinotto si fonde con l’Oro, il nostro oro liquido, il nostro Olio Extra Vergine di Oliva Taggiasca.
Le Origini del Chinotto
Le origini del Chinotto sono incerte: per alcuni proviene dalla Cina (da dove sarebbe stato importato tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 da un livornese o da un savonese), per altri dall’India o da Goa, per altri ancora la pianta sarebbe originaria del Mar Mediterraneo dove si sarebbe sviluppata a seguito di una mutazione gemmaria dell’arancio amaro. Già dal XVI secolo il chinotto veniva usato sulle navi per prevenire lo scorbuto dovuto a mancanza di vitamina C. Il primo a descrivere questo frutto fu Giovan Battista Ferrari in una sua opera del 1646. In seguito se ne occupò il Conte Giorgio Gallesio di Finalborgo che lo descrisse nel suo Traité du Citrus pubblicato a Parigi nel 1811. Ancora Risso e Poiteau descrissero la varietà XXII del Gallesio e tale figura corrisponde all’attuale chinotto coltivato.
L’uso in cucina
Il profilo sensoriale del Chin’Oro ricorda netti aromi di zagara inseriti in un profilo gustativo equilibrato e delicato con richiami gradevolmente acidi e poco aspri. L’uso del Chin’Oro (che non possiamo definire “olio” in quanto non è composto da sole olive) in cucina è estremamente versatile e risulta essere ottimo per: marinature, ceviche, pesce in generale ed in particolare pesce crudo, crostacei, tartare di carne, spiedini di pesce o di carne, bresaola ed insalate varie. Inoltre si presta per aromatizzare torte dolci o biscotti.